cristiana tumedei

Webwriting, strategia e buoni contenuti: intervista a Cristiana Tumedei

Senza contenuti non si va avanti nel mondo del web. Lo sai bene, conosci il valore di questa attività. E sai bene quanto sia utile per un blog, per un sito web e per una strategia di social media marketing avere contenuti degni di tale nome.

Sai qual è la soluzione? Lavorare con professionisti capaci di scrivere per il web. Esatto, sto parlando di webwriter in grado di organizzare, pianificare e limare le parole intorno alle esigenze del pubblico. Oggi la nostra attenzione è tutta per Cristiana Tumedeidigital strategist, copy e blogger.

Ciao! Iniziamo dalle presentazioni: chi sei e di cosa ti occupi?
Ciao! Sono Cristiana Tumedei. In rete mi trovi come @cristumedei. Di cosa mi occupo? Non sai quanto vorrei potertelo dire usando una sola parola! Va beh, dai, ci provo. Sono una strategist, una consulente di comunicazione e marketing.

In sostanza, do una mano a chi ha tanto da dire ma non sa come fare. Sia fuori, che dentro la rete.

Racconta ai lettori come hai iniziato.
A un passo dalla laurea in Scienze Politiche – indirizzo Scienze Internazionali e Diplomatiche – decisi che era arrivato il momento di dar forma alle mie passioni. Così, iniziai a collaborare con alcune Agenzie di Comunicazione. Mi sono subito ritrovata fra comunicati stampa, attività di copywriting, pianificazione. E non solo.

Mi sono anche messa alla prova come account. La passione per il web è arrivata in un secondo momento. Sì, sono una persona sospesa tra analogico e digitale. Forse è per questo che – ogni tanto – sento l’esigenza di staccare.

Meglio lavorare come un lupo solitario o in team?
Lavorare come un lupo solitario in team. Questa penso sia la soluzione migliore. Provo a spiegarmi. Ritengo che ognuno di noi abbia delle peculiarità, delle doti, che gli permettono di eccellere in una determinata mansione. E, nello svolgerla, avere libertà d’azione è fondamentale per dare il massimo.

Certo è che il singolo trae beneficio dal lavoro di squadra. Soprattutto perché questo gli consente di colmare le sue debolezze e di realizzare progetti strutturati. Ecco perché parlo di lupo solitario in team.

Come inizia la tua giornata? E come continua?
La mia giornata inizia molto presto. Tutto merito di un ritmo biologico che mi fa alzare dal letto prima dell’alba. Subito arrivano i caffè e le tisane, che mi accompagnano nella lettura del mio feed reader (e lungo tutta la giornata, ahimè!). Segue il controllo della posta e il momento di MammaCri.

Due ore dopo mia figlia è al nido e io posso dedicarmi al lavoro: agenzia, incontri con i clienti, gestione della loro presenza in rete. Insomma, dai, il solito per chi fa il nostro mestiere. Nel tardo pomeriggio vesto nuovamente gli abiti di MammaCri. Almeno fin quando mia figlia crolla e posso dedicarmi ai miei progetti personali. Alla fine, qualche ora di sonno e si ricomincia!

Come, secondo te, si sta evolvendo il tuo settore?
Il nostro settore sta evolvendosi sempre più verso la specializzazione. A mio avviso, infatti, le figure chiave – oggi – sono quelle capaci di comprendere le esigenze del proprio mercato di riferimento e colmarle. La verità è che – per necessità o virtù – molti di noi sono stati spinti a occuparsi di tutto.

In questo modo, però, abbiamo offerto ai clienti delle figure che – di fatto – non sono tanto efficaci quanto potrebbero.

La soluzione che oggi ci viene richiesta è quella sì di disporre di competenze eterogenee, ma di scegliere l’ambito in cui siamo più efficaci e specializzarci in esso. Solo così, possiamo attivare le sinergie necessarie per riqualificare un settore che, diversamente, rischia di perdere il valore aggiunto che lo contraddistingue.

Come si integra la tua professione in una digital strategy?
In realtà, io sono quella che viene a monte e che accompagna l’intero progetto. O meglio, il mio mestiere consiste nel mettere insieme tutti gli elementi del quadro per darne la versione più efficace possibile.

Insomma, tu cliente hai un’esigenza in termini di comunicazione e presenza in rete. Ecco, partendo da ciò che hai a disposizione, individuo quello che ti serve per raggiungere il tuo obiettivo e definisco la strategia per riuscirci.

Il 2014 sarà l’anno del ritorno del native advertising e branded content. Sei d’accordo?
Sono convinta che l’umanizzazione dei brand, oggi, sia una leva efficace su cui puntare. Raccontare la storia del marchio e delle persone che gli danno forma permette di creare punti di incontro importanti con il pubblico.
Quando ci avviciniamo a un prodotto non ci basta più saggiarne le caratteristiche.

Quello che vogliamo è scoprirlo, conoscerlo, individuare cosa ci avvicina ad esso. Insomma, i beni di consumo raccontano qualcosa di noi e per riuscire a conquistarci devono saperci stupire. Quindi, ben vengano native advertising e branded content. A patto, però, che li usi in modo pulito e responsabile.

Native advertising: quali sono le implicazioni riguardo all’autenticità del web?
Il rischio che i contenuti appaiano meno autentici esiste. Tuttavia, ritengo sia superabile attraverso una strategia di content marketing che faccia leva sui valori che stanno dietro al brand. Una comunicazione responsabile, finalizzata alla promozione reale dei plus del prodotto.

Il 2014 potrebbe essere l’anno in cui la gestione dei social media passerà dal Marketing Department a PR e Customer Service. Credi il passaggio possa tradursi in un uso effettivo della presenza aziendale sui social media?
Assolutamente sì. O meglio, questo è quello che mi auguro. Soprattutto perché ogni giorno ho modo di vedere aziende ricredersi sull’uso dei social media. Inutile negare l’efficacia di questi strumenti in termini di engagement e fidelizzazione.

Impiegarli in maniera strategica a seconda dei risultati attesi – rivedendo, di volta in volta, anche il concetto di ROI – permette di ottenere risultati importanti.

Qual è stato il progetto di maggior successo fino ad oggi? perché?
Diciamo che ci sto ancora lavorando. In realtà, ho sempre investito molto su me stessa. Sia in termini di crescita professionale, che di auto consapevolezza. Fino ad oggi, però, mi sono tenuta in disparte. Non ho mai voluto creare un personal branding forte. Adesso, invece, mi sento pronta.

Ecco perché sto investendo molto in #livingoutloud. Un progetto, nato intorno al mio sito web personale, dedicato ad artisti e creativi. È a loro che mi rivolgo: a tutti quelli che vorrebbero vivere del proprio talento e non sanno come tradurlo in qualcosa di concreto.

Dalla constatazione di questa esigenza nasce #livingoutloud e la volontà di impiegare le mie competenze professionali per individuare e costruire opportunità di business per artisti e creativi.
Si tratta di un work in progress, ancora. Un progetto in divenire su cui punto molto.

Share:


Articoli Correlati

italiani e social network
Come e perché gli italiani usano i social network

Chi lavora nel mondo del web marketing deve farsi qualche domanda. E deve...

Giacomo Freddi
Giacomo Freddi tra le eccellenze italiane di MediaBuzz

Chi lavora nel mondo del personal branding o della SEO ha tante storie...

2 Comments

  • Concordo con questa risposta: “Lavorare come un lupo solitario in team. Questa penso sia la soluzione migliore. Provo a spiegarmi. Ritengo che ognuno di noi abbia delle peculiarità, delle doti, che gli permettono di eccellere in una determinata mansione. E, nello svolgerla, avere libertà d’azione è fondamentale per dare il massimo.” e curiosamente ho gli stessi bioritmi! Mi alzo prestissimo ed ho una bimba… 😀

  • […] letto le parole di Nicola Carmignani, di Rudy Bandiera e di Cristiana Tumedei, specialisti del settore social e della scrittura online: ora è giusto dare spazio anche a chi si […]

Leave a Comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *

Add Comment *

Name *

Email *

Website

Accetto la Privacy Policy