Quali sono gli strumenti per fare inbound marketing? Riporto la domanda chiave che molte persone girano agli esperti e ai teorici di questa materia. Ok, devo farmi trovare nel momento in cui le persone hanno bisogno di me. Ma in che modo?
Quali sono i tool che mi consentono di raggiungere l’obiettivo prefissato? Dipende, non è facile arrivare a una conclusione diretta in questo caso.
Le risposte alle domande non sono immediate. Il motivo è semplice: rischi di perdere di vista un passaggio chiave, vale a dire la varietà dell’argomento. L’inbound marketing non è una strada a senso unico: ci sono modi diversi di gestire una strategia di content marketing e intercettare il pubblico.
In qualche caso sono i video a dare le informazioni giuste, in altri invece è l’email marketing a farla da padrone. Insomma, la varietà del settore è infinita come mostra il grafico che ho preso da Moz. Ma è vero che ci sono delle strade preferite, degli strumenti per fare inbound marketing che vengono condivisi e usati con grande successo. Quali sono i nomi in questione? Continua a leggere.
Da approfondire: unire inbound marketing e user experience
Crea un blog aziendale per intercettare il pubblico
Il primo passaggio, osservando il famoso funnel dell’inbound marketing, è quello che porta le persone che non ti conoscono sul sito web. Ciò avviene in modi diversi ma uno degli elementi fondamentali è il blog aziendale. Uno strumento che ti consente di intercettare le ricerche informazionali del pubblico.
Tra i primi strumenti per fare inbound marketing inserisco proprio WordPress: il CMS decisivo per creare un diario online. Con questo tool puoi aggiungere al sito web – portale, monopagina, ecommerce – un elemento capace di aggiornarsi continuamente. E sfornare delle pagine web capaci di posizionarsi per query generiche e specifiche. Così chi non ti conosce può trovare il tuo nome nella serp.
Aggiungi delle landing page specifiche per i clienti
Tra gli strumenti per fare inbound marketing aggiungo anche questa risorsa fondamentale per gli specialisti e gli esperti di digital marketing. La landing page – che può essere di vendita, per recuperare contatti o altro ancora – ha un compito chiave nella strategia: trasformare l’utente in qualcosa di diverso.
Ad esempio un lead, vale a dire un contatto interessato al progetto. O magari un cliente diretto se vendi beni materiali o digitali (infoprodotti). Dipende dal business, ma un punto è chiaro: se vuoi portare avanti il lavoro di inbound marketing hai bisogno di una pagina pensata per le conversioni.
Per crearle puoi usare il secondo tool che consiglio sempre a chi vuole organizzare un buon funnel di inbound marketing: Elementor. Si tratta di un plugin completo ma non difficile da usare.
Chiaro, esistono centinaia di page builder per WordPress, ma questo è uno dei più completi. Anche nella versione gratuita offre diversi template e non incide troppo sul tempo di caricamento delle pagine.
Fidelizza l’utente che arriva sul tuo sito web online
L’inbound marketing è fatto di strategia. Chi atterra per la prima volta sul blog legge l’articolo e poi abbandona la pagina. Forse si ricorderà di te, oppure no. Il lavoro di brand awareness è appena iniziato,
Ma non basta. Se dai uno sguardo ai migliori blog di web marketing internazionali e italiani puoi individuare una costante: c’è sempre un elemento capace di catturare il contatto dell’utente.
E in questo caso non s’intende il Like su Facebook o il follow di Instagram. I professionisti dell’inbound marketing vogliono il contatto email. Perché puoi dar vita a un percorso di vendita, magari gestito attraverso un processo di marketing automation, basato sull’invio di contenuti sempre più specifici. Proprio come suggerisce questo secondo grafico di Moz che disegna un flusso di lavoro eccellente.
Qual è il punto di partenza per ottenere ciò? Un plugin come Optinmonster, vale a dire una suite per creare pop-up e form capaci di catturare i lead. Le potenzialità sono infinite con il plugin che ho citato.
Non parlo dei blocchi che interrompono l’user experience: una delle caratteristiche fondamentali di questo servizio è la capacità di creare elementi grafici in grado di adattarsi alla navigazione. Ad esempio puoi far apparire il messaggio solo quando l’utente sta per lasciare la pagina.
Crea sempre una base contatti costante nel tempo
Sai qual è il vero tesoro per chi si occupa di web marketing seriamente? Un database di contatti selezionati e interessati a ciò che fai. I fan di Facebook s0no relativi, così come i follower di Instagram. Anche i posizionamenti di Google rischiano di venir meno all’improvviso a causa delle continue fluttuazioni.
Ma i contatti in una lista email sono nel database, puoi raggiungere le persone come e quando vuoi. Per questo devi curare le liste nel tempo. In che modo? Io suggerisco Mailchimp, non solo un programma per inviare newsletter ma per gestire il lavoro di email marketing in modo articolato.
Tra l’altro è uno dei tool consigliati e usati da professionisti del settore come Maura Cannaviello. Puoi creare automatismi, landing page specifiche, test A/B per comprendere l’efficacia dei messaggi. Detto in altre parole, qui hai la possibilità di articolare il lavoro con i lead per trasformarli in prospect e infine in customer e ambassador. Vale a dire evangelisti del brand.
Delizia, crea un motivo per seguirti sempre online
Chiaro, alla fine tutto si riduce a questo: perché dovrei continuare a interessarmi a un brand? Devi dare un buon motivo per non abbandonare il canale che hai scelto per mantenere i rapporti con il pubblico.
Se vuoi seguire la strada del content marketing puoi decidere di regalare un documento, un classico ebook o un white paper. Magari una relazione di approfondimento o una tabella comparativa.
O una presentazione. Tool di content marketing ce ne sono in abbondanza ma la suite di partenza, per me, è sempre la stessa: Google Drive. Con questa realtà posso creare documenti elaborati per poi trasformarli in PDF e formato ePub. Così è facile lavorare sull’ebook da regalare attraverso la newsletter. Non dimenticare applicazioni come Coggle e Draw.io che permettono di aggiungere altre utility.
Per approfondire: i migliori esempi di video storytelling aziendale
Strumenti per fare inbound marketing: quali usi?
Questa, ovviamente, è solo una pallida selezione dei migliori tool che puoi sfruttare per articolare il tuo processo che parte da un utente sconosciuto e termina con un ambassador entusiasta del lavoro svolto.
Non è facile, non è immediato, ma è indispensabile: oggi è impossibile (almeno dal mio punto di vista) ignorare gli strumenti per fare inbound marketing. Sei d’accordo? Ti aspetto nei commenti del blog.