Puntare sulla Social Media Advocacy è una delle strade che devi prendere in considerazione per dare una possibilità in più alla tua impresa, al tuo progetto, alla tua idea di inbound marketing. Perché in fin dei conti stiamo parlando di questo: dare alle persone ciò che si aspettano nel momento in cui ne hanno bisogno.
Se conosci il funnel di questo percorso sai bene che non si chiude con la vendita, ma deliziando l’utente finale. Questo attraverso la comunicazione online, la distribuzione di contenuti che approfondiscono argomenti correlati. Il tutto attraverso canali che già conosci: email, social media, gruppi e community.
Obiettivo finale di questo lavoro? Trasformare il singolo, l’individuo che ha deciso di acquistare il tuo prodotto o servizio, in un avvocato della tua causa. Senza alcun obbligo, nessuna imposizione o necessità: questo è un lavoro che abbracci al’influencer marketing. Ma va ben oltre. Di cosa sto parlando?
Cos’è la Social Media Advocacy: una definizione
Cosa significa investire in una buona Social Media Advocacy? Con questo termine si intendono quelle attività che possono aiutare un brand a essere diffuso attraverso i canali social di clienti, dipendenti e persone che hanno una certa credibilità sui social. Qui si parla di brand advocate, un passaggio che si differenzia da ciò che viene inteso come influencer marketing puro.
L’idea base di una Social Media Advocacy è quella di creare una community, un gruppo di persone affiatate che hanno interesse nel condividere e consigliare il tuo nome. Le persone non si fidano dei brand e iniziano a prendere poco in considerazione ciò che dicono personaggi scelti non attraverso un’analisi.
Ma solo attraverso i numeri. A proposito, sai come scegliere un influencer? Non solo attraverso la conta dei fan e dei follower, questo è chiaro. In ogni caso continuiamo con il lavoro di Social Media Advocacy.
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Differenza tra Advocacy e Influencer Marketing
Le differenze sono sottili ma esistono. Con l’influencer marketing c’è un lavoro che va alla ricerca di persone in grado di fare qualcosa di utile in termini promozionali. Si tratta della fase di blogger outreach, la ricerca dei nomi utili. Poi con il digital PR metti in contatto i due snodi: l’influenza del nome che hai scelto e il tuo contenuto. Poi c’è un’attività di monitoraggio, per osservare e valutare i risultati ottenuti.
Con la Social Media Advocacy, invece, investi su un’operazione che parte dal basso: tu crei i contenuti e li diffondi attraverso social network, community e blog, senza dimenticare le newsletter. In questo percorso crei interazioni, discussioni, presupposti utili per creare dei rapporti chiari con il pubblico.
Come fare una buona attività di brand advocacy
Sai cosa significa lavorare in modo da influenzare il prossimo per ottenere buoni risultati per la tua attività di Social Media Advocacy? Te lo dico subito: devi creare valore. Niente di più, niente di meno.
Ma intorno a questa semplice affermazione ruota un mondo fatto di strategia, impegno, costanza e schematizzazione delle attività da svolgere. Il cliente diventa il tuo primo difensore, il dipendente si trasforma in un influencer. Questo avviene perché c’è un lavoro diviso in passaggi chiari. Qualche idea da mettere in pratica subito? Ecco cosa devi seguire per ottenere buoni risultati.
Definisci gli obiettivi
Niente viene fatto se non c’è una strada pianificata. E se non ci sono degli obiettivi da seguire. Ogni azione di digital marketing, dal blog aziendale al Social Media Marketing, viene stabilita attraverso un processo che ha come finale il raggiungimento degli obiettivi. Quindi devi chiederti se il lavoro di Social Media Advocacy è necessario, e per fare cosa: brand awareness? Definisci e sviluppa il tuo piano.
Dai degli incentivi
La chiave di volta: perché il cliente dovrebbe trasformarsi in ambassador? Perché un dipendente dovrebbe superare il limite strutturale dell’advetising e diventare un portatore del tuo passaparola?
Allora, non esiste un dono gratuito, se l’individuo fa qualcosa per te è solo perché ottiene qualcosa in cambio. Non per forza un bene materiale: può essere un ebook, uno sconto ma puoi fare leva anche sull’appartenenza a un clan unico o la fedeltà dei membri della tribù.
Pianifica un calendario editoriale per fidelizzare il pubblico, stabilisci dei canali e crea delle esperienze legate al content marketing – nel senso ampio del termine, quindi non solo articoli ed ebook ma anche coupon e sconti – per poi distribuirle in modo da creare e rafforzare legami.
Per ottenere i risultati migliori puoi usare una serie di strumenti imprescindibili per organizzare il team e i contenuti. Due tool che uso sempre: Hootsuite e Mention, perfetti per monitorare aggiornamenti e menzioni su diverse piattaforme.
Come migliorare le relazioni
Pensa al rapporto con i brand ambassador come un lavoro da costruire, dove le attenzioni materiali passano in secondo piano. Ascolta, rispondi in pubblica piazza e in privato, ricondividi i contenuti.
Non devi far sembrare reale il tuo attaccamento ai singoli individui: devi essere genuinamente attento a ciò che fanno queste persone. Ti dico questo, alla base di un’attività di Social Media Advocacy non basta avere persone competenti. Devi poter contare su persone capaci di apprezzare e ammirare il brand.
Monitora i risultati
Dopo aver mosso le prime azioni e stabilito cosa fare per lavorare sulla Social media Advocacy devi chiamare a raccolta i dati per capire cosa succede, se i risultati si sono presentati. Attenzione, non ti aspettare miracoli da un giorno all’altro: questo è un lavoro che si misura nel lungo periodo e premia che sa gestire gli utenti nel tempo. Per questo la strategia deve essere definita come uno sviluppo costante.
Da leggere: micro o macro influencer, cosa scegliere?
Tu lavori con la Social Media Advocacy?
In questo articolo cerco di dare una definizione chiara alle azioni da svolgere per implementare un lavoro di Social media Advocacy, opera che rientra in ciò che puoi definire con un concetto più ampio.
Devi fare in modo che le persone si leghino al tuo brand. Senza forzature. Questo non per passatempo ma per ottenere un obiettivo chiaro, ovvero conquistare la lealtà di un pubblico non condizionato. Vero, l’influencer marketing è sempre utile ma si basa su un rapporto commerciale più o meno chiaro.
Le persone vengono pagate per parlare di te. Puoi organizzare una campagna di influencer marketing equilibrata, basata su nomi che combaciano con il tuo brand e che parlano a un pubblico targettizzato.
Puoi investire sui micro-influencer che sono specializzati in una nicchia e puntano sulla credibilità, specializzazione e community. Però uno step è chiaro: avere una squadra di fedelissimi, indipendenti e genuini, che difendono il tuo nome in ogni situazione è un bel passo avanti.
Sei d’accordo? Hai lavorato o stai già operando in questo modo? Ti aspetto nei commenti per ampliare l’argomento con esempi pratici, domande e idee per sviluppare questo topic così importante.