Instagram nasconde i like: questo è l’incubo ricorrente di molti influencer, o almeno di quelli che basano il proprio successo e il potere contrattuale sui numeri di facciata. Quelli che servono a impressionare follower e investitori, e magari vengono gonfiati con app per acquistare Like, Mi Piace e altre metriche misurabili a occhio nudo, senza un minimo di analisi approfondita del lavoro.
Questo è il problema che dovrebbe sempre affliggere chi appoggia il proprio successo professionale a una piattaforma esterna. Basta un cambio di passo, una semplice regola che sfugge di mano, per ritrovarsi senza lavoro. O meglio, con un business dimezzato e privo di prospettive. Ma è davvero così? I like su Instagram tolti possono provocare veramente la fine di un’era così florida per l’influencer marketing? Continua a leggere.
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Quindi Instagram ha già tolto i Mi Piace?
In realtà no, o almeno non a tutti. Si tratta di un test annunciato alla conferenza F8 di aprile, in California. L’evento degli sviluppatori ha aperto le porte, a maggio, alle prove che sono state avviate in Canada.
Adesso è arrivato il momento di nascondere i cuoricini che indicano il numero degli apprezzamenti in altre nazioni. Tra queste c’è l’Italia. In ogni caso il tasto like rimane attivo per permettere di esprimere preferenze, non è stata annullata la possibilità di apprezzare foto e video dei tuoi beniamini.
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Like che scompaiono: scelta definitiva?
No, però ora si tratta ancora di un test che serve a osservare il comportamento degli utenti. Instagram deve sempre valutare le ripercussioni sugli investimenti delle sponsorizzazioni, ecco un esempio preso da The Verge che mostra come Instagram nasconde i like sulla sua piattaforma. Strano, vero?
Inoltre questa novità (oltre a non essere definitiva) è stata applicata a macchia di leopardo. Quindi potrebbero esserci utenti che hanno ancora i follower sulle foto. Sei tra questi? Perfetto, ma se scompaiono non temere: è tutto programmato. L’importante è anche capire le motivazioni.
Perché Instagram nasconde i like dei post?
Questioni ideologiche, almeno da quanto traspare dalle dichiarazioni di Tara Hopkins, Head of Public Policy EMEA di Instagram. Le sue parole rimbalzano sul web come una palla da ping pong, ma il rumore di fondo è potente. Importante. Solenne. Quello delle grandi occasioni, ecco. Ecco il dettaglio:
“Vogliamo che Instagram sia un luogo dove tutti possano sentirsi liberi di esprimere se stessi. Ciò significa aiutare le persone a porre l’attenzione su foto e video condivisi e non su quanti Like ricevono“.
Fonte AGI
Si parla di una svolta unsocial, vale a dire un ritorno a quelli che sono dei valori diversi rispetto a ciò che ha dettato legge fino a questo momento. Non devono essere per forza i numeri a influenzare il comportamento del pubblico, la riprova sociale si smina facilmente bypassando l’indicatore.
C’è veramente bisogno dei tuoi Mi Piace?
Per far funzionare determinati meccanismi sì perché le cifre rappresentano snodi di significato conveniente per il nostro cervello. Il numero, che abbiamo imparato a valutare durante i primi anni di scuola, è l’elemento di sintesi che consente al cervello umano di prendere una decisione senza applicarsi.
Non è un demerito ma un meccanismo di sopravvivenza, siamo sempre affamati di scorciatoie cognitive. La realtà è troppo complessa per essere valutata su ogni aspetto, quindi creiamo dei pregiudizi.
Nella vita quotidiana possono essere odiosi, ma lo stesso meccanismo si ripropone online: se a tutti piace quel post vuol dire che è bello, interessante. Magari è insulso, vuoto. Ma il numero mi fa apprezzare la serenità con la quale rientro nel gregge e mi proteggo dietro le opinioni dei miei simili. Scelgo di non scegliere in autonomia e sfrutto un dato (in parte manipolabile) per essere presente sulla scena.
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Gli influencer sono ormai condannati?
Una parte sì. Chi ha sempre fatto leva su questi meccanismi, magari acquistando like o usando applicazioni per aumentare il numero di Mi Piace, può iniziare a prendere sul serio questa situazione.
Perché ciò significa dover andare oltre il dato numerico e iniziare a dare veramente valore. Quando si sceglie un influencer c’è bisogno di professionalità e attenzione a quelle metriche che prescindono dal semplice numero di follower o mi piace. Chi ha sempre lavorato bene con l’influencer marketing può continuare a farlo, secondo me. Sarà più difficile, ci saranno clienti che abbandoneranno la scena.
Instagram nasconde i like: la tua opinione
Ma forse sarà il momento giusto per dare una svolta a questo settore che merita, sul serio, più attenzione alla qualità. Sei d’accordo? Lascia la tua opinione nei commenti di questo post.