Uno dei fattori più importanti per l’evoluzione del web è lo sviluppo di tecnologie, tipo AdBlock, per bloccare la pubblicità. La banner blindness, la fisiologica capacità dell’essere umano di evitare con lo sguardo l’advertising, ha costretto gli inserzionisti ad approcci sempre più aggressivi. Con presenze fastidiose e invadenti, spesso capaci di occupare gran parte del monitor.
Risultato? AdBlock diventa un format di base, imprescindibile, irrinunciabile. Ogni browser deve avere il plugin per bloccare le intrusioni, per impedire ai banner di invadere la lettura dei contenuti. Anche per chi usa la pubblicità in modo etico – sfruttando spazi non invadenti e incorniciando i contenuti – diventa obiettivo dei filtri. Questa è una realtà sempre più sviluppata nel web.
L’Adblock Report di Pagefair è specifico e dettagliato, descrive una situazione che può essere riassunta in modo semplice: “615 million devices now use adblock, 11% of the global internet population is blocking ads on the web”. Più di 600 milioni di device usano AdBlock, questo significa che l’11% della popolazione globale su internet è stanca dell’adv. Qualche dato più preciso?
Crescita di AdBlock nel 2017
Il dato da osservare nel report (che puoi trovare per intero su pagefair.com) è la crescita di questo strumento. Chi ipotizzava un rallentamento di AdBlock si sbagliava: per l’anno in corso gli esperti si aspettano un aumento dell’attività, ma in particolar modo sul mobile. Prima AdBlock era quasi solo da desktop, ora non più e i dati sono chiari.
L’uso di AdBlock su mobile è cresciuto in modo esponenziale: da 108 a 380 milioni di dispositivi attivi sui device di tutto il mondo. Questo nel periodo che va dal dicembre 2015 allo stesso periodo del 2016. Solo 12 mesi. In questo lasso di tempo l’uso del dispositivo AdBlock da desktop ha raggiunto quota 236 milioni, passaggio legato al normale declino del computer da scrivania rispetto al mobile. Come puoi vedere dal grafico, il traffico da desktop diminuisce. Il mobile si impone nell’uso quotidiano.
Nonostante la tendenza osservata, il numero di dispositivi fissi che usano questo strumento per bloccare la pubblicità continua ad aumentare. Tutto questo in relazione a un mobile molto più aggressivo, con un settore asiatico che ha fatto da apripista alle tecnologie per fermare l’advertising da smartphone.
Tutto questo ha delle ripercussioni? Sì, è impossibile pensare di sponsorizzare un prodotto o un servizio attraverso logiche vecchie e datate. Non puoi continuare a pagare servizi che invadono la fruizione dei contenuti. Ma puoi investire in quello che oggi è uno dei settori più fruttuosi, ovvero il content marketing. In che modo? Scopriamolo insieme, ma prima approfondiamo i dati della ricerca.
Da leggere: AdBlock invade il mobile
Come hai scoperto AdBlock?
Un passaggio interessante del documento analizzato: come hai conosciuto il programma per fermare l’adv? Nella maggior parte dei casi sono amici e colleghi che consigliano l’uso di questo strumento, ma spesso è internet a fornire le informazioni giuste. O magari la ricerca di un’estensione per il browser. Curioso notare che il 23% di chi usa AdBlock non ricorda come ha scoperto questo tool così utile.
La mia esperienza personale? Conoscevo AdBlock ma ho sempre pensato a un eccesso di zelo contro chi era incapace di inserire banner. Poi ho notato un aumento insistente delle creatività sui vari portali di news. Mi riferisco soprattutto ai portali nazionali, impossibili da navigare senza un buon plugin di AdBlock. Da diversi mesi ho adottato questa soluzione e non tornerei mai indietro.
Perché le persone bloccano la pubblicità
Le tendenze dell’adblocking possono essere utili, ma la vera domanda è: perché le persone decidono di muoversi in questo modo? Semplice, la pubblicità è fastidiosa, perché dovrei sopportare questo contenuto non voluto? In realtà le motivazioni chiamano in causa diversi passaggi. Non puoi svilire tutto, ci sono molte sfumature. Ecco cosa riporta la ricerca di Pagefair.
Come puoi ben vedere da questo grafico, le decisioni vengono prese per scopi differenti. Il 29% degli intervistati usa AdBlock per evitare le interruzioni, ma una percentuale addirittura maggiore (ovvero del 30%) è preoccupata per la propria sicurezza: i pop-up spesso sono veicolo di malware, meglio bloccarli sul nascere. Poi c’è la velocità di esecuzione, e la quantità eccessiva di sponsorizzazioni.
Le persone accettano AdBlock Wall
Ancora una domanda: cosa fanno gli utenti quando si trovano di fronte un sito web che impedisce all’AdBlock di operare? Come ben sai ci sono dei tool che lavorano sul browser per impedire a chi ha abilitato quest’estensione di visualizzare le pagine. Quindi di fruire i contenuti. Un po’ come una tassa d’ingresso: vuoi leggere ciò che ho scritto? Devi sopportare la mia presenza. Funziona secondo te?
Dipende, gli AdBlock Wall nella maggior parte dei casi hanno un effetto contrario. Ovvero, nel 74% dei casi le persone abbandonano il sito web. A volte accettano la ritorsione di questo strumento, ma ricorda che i programmi che bloccano la pubblicità permettono di spegnere solo per una sessione il filtro. Questo sistema potrebbe essere del tutto inefficace in futuro. Quindi, come si combatte AdBlock?
Da leggere: la soluzione all’Ad Block è il native advertising?
Come risolvere il problema AdBlock
Punto primo: AdBlock non si risolve ideando il messaggio che non viene fermato dalle maglie (severe) di questo plugin. Il punto è altrove e riguarda la strategia di inbound marketing. Ovvero, il modo migliore per superare il problema dell’AdBlock è quello di muovere la tua attività di content marketing verso la creazione di contenuti utili per le persone. Non devi interrompere, devi creare qualcosa di affascinante.
O di informativo. O di spettacolare. O ancora di emozionante. Per questo il content marketing ti dà diversi strumenti a disposizione: blogging, native advertising, storytelling, influencer marketing. Devi essere tu a decidere. O meglio, devi avere una strategia digitale capace di individuare obiettivi e definire le operazioni per ottenere dei risultati degni di nota. Il blogging funziona sempre? Dipende.
L’influencer marketing è perfetto? Non per tutti, lo stesso discorso vale per il native advertising, per il video marketing e qualsiasi soluzione che puoi immaginare per il tuo piano di content marketing. L’unico modo per superare questa situazione (quella di AdBlock) è abbandonare il classico sistema di banner che rovina la fruizione per diventare un risultato utile, da aspettare e non rifiutare.
[box] Guarda il grafico, qual è la situazione più difficile da accettare per gli utenti? Il video che si attiva da solo, un vero dramma. Peggio ancora della pubblicità audio che si attiva automaticamente. Hai una pagina del genere sul tuo sito? Prova a verificare la frequenza di rimbalzo e il tempo di permanenza…[/box]
Da leggere: Native advertising: aumento del 156% entro il 2020
E tu usi AdBlock?
Questa ricerca è interessante per capire qual è l’attitudine nei confronti di uno strumento così utile e performante come AdBlock. Ma se per gli utenti è una piccola rivoluzione, chi deve fare pubblicità trova grandi problemi. Ameno che non ci sia un’attenzione in più verso quelle strategie che tendono a bypassare il concetto di advertising.
Il concetto classico, intendo. Non devi interrompere il contenuto: devi diventare ciò che le persone cercano, e lo devi fare con gli strumenti che ho appena elencato. Allora, sei d’accordo con questo punto di vista? Tu usi AdBlock? E le soluzioni per girare intorno al blocco? Ti aspetto nei commenti.