Questo è un argomento che sta a cuore per chi decide di dedicarsi al lavoro di ottimizzazione SEO on page e off page. Mi riferisco alla scelta dell’anchor text per i link.
Sai bene che i link in ingresso sono indispensabili per ottenere buone posizioni su Google, rappresentano un ottimo canale per ottenere ranking. Ovviamente se questi link rispettano i criteri imposti dal motore di ricerca.
Come posso riassumerli? Con una frase di Matt Cutts: “Non devono sembrare naturali, devono essere naturali”. Ovviamente ci possono essere delle azioni di Content Marketing e di Digital PR che puntano verso la link earning.
Ovvero lavorano per ottenere dei link spontanei creando i presupposti della citazione. In questo equilibrio si inserisce la scelta dell’anchor text, un elemento che può fare la differenza nella tua strategia.
Cos’è l’anchor text: definizione
L’anchor text è l’elemento testuale che consente all’utente di cliccare e usare il collegamento ipertestuale. Di conseguenza si può dire che l’anchor text è un elemento chiave dell’intera struttura web.
Senza questi elementi non esisterebbe la rete come la intendiamo oggi, non ci sarebbero call to action, ancore interne e altri elementi che usiamo ogni giorno per navigare e scoprire contenuti. Appare logico, quindi, che l’anchor text deve avere un ruolo dominante nella strategia SEO ma non solo.
Da leggere: come fare link earning con le immagini
Quanti tipi di anchor text ci sono?
Le differenze tra i vari anchor text riguardano soprattutto le scelte individuali di chi decide di inserirli. Perché, come suggerisce il nome stesso, in tutti i casi l’anchor text si traduce in testo puro e semplice.
Anche quando il link è inserito in un’immagine. In questo caso, infatti, il testo usato dal collegamento è il tag alt. Quindi, quanti tipi di anchor text si possono considerare? Ecco una lista personale, non definitiva.
Un tipo di anchor text che ha una funzione base: rendere il sito web navigabile. Soddisfa una funzione base, può essere diretto verso diverse fonti, non sempre interne:
- Pagine
- Tag o categorie
- Sezioni delle pagine
- Sottodomini
- Siti collegati o affiliati
- Landing page
I link di navigazione si trovano nell’header e nei menu a tendina o meno, nella sidebar dei blog e nel footer. Chi applica il menu interno di una pagina può inserire le ancore in un box dedicato.
Nome sito o dominio
Il modo più semplice per inserire un link in uscita (outbound link). Si usa il nome dominio per intero o con sottocartella per citare una fonte. Oppure si predilige il nome del brand, del sito o del blog. Esempi:
- www.mysocialweb.it
- My Social Web
Call to action
In questo caso l’anchor text è una chiamata all’azione, un invito a compiere un’attività da parte dell’utente. Spesso questo anchor text viene inserito grazie a bottoni e animazioni o grafiche che rendono più efficace il coinvolgimento del pubblico.
Anchor text descrittivo
Anchor text per i link interni e per quelli in uscita. Si tratta di una forma testuale che consente di descrivere la pagina di atterraggio attraverso le parole del testo che permette di raggiungerla.
Se scrivo una guida sull’inbound marketing, nel momento in cui ho la possibilità e la necessità di suggerirla al lettore uso le parole “inbound marketing” per aggiungere il link (come ho appena fatto).
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Anchor text di approfondimento
Simile al precedente ma al posto di poche keyword uso come anchor text il titolo dell’articolo stesso. Utile per aggiungere link di approfondimento all’interno di una pagina web.
Come scegliere un anchor text
Questa è una delle domande principali per chi si accosta all’attività di web writing: quali sono i criteri per inserire un buon anchor text? Cosa devo rispettare per essere sicuro di fare un buon lavoro?
A prescindere dal fatto che la prima domanda riguarda la necessità reale di aggiungere o meno il link (che prima di ogni altra cosa deve essere utile all’utente), i presupposti che ti guidano verso un determinato anchor text sono due.
Usabilità e UX (user experience)
Quando aggiungi un anchor text devi capire questo: le azioni delle persone devono essere avvantaggiate e favorite. Il testo che usi per inserire un link ha un ruolo chiave in questo equilibrio.
Come suggerisce l’immagine presa dal libro di Steve Krug, Don’t make me think, la semplicità del testo su un link permette di velocizzare emigliorare la user experience. Basta una frazione di secondo per capire.
Il primo parametro quando devi scegliere un anchor text: le persone capiranno cosa si trova dall’altra parte? Evita parole senza significato e che non descrivono né l’azione e né il contenuto della risorsa.
SEO e micro copywriting
La SEO è un altro elemento da prendere in considerazione quando aggiungi link interni ed esterni. In linea di massima l’anchor text deve descrivere il contenuto, quindi se voglio linkare la mia guida all’influencer marketing userò proprio le parole che ho appena usato. In modo da contestualizzare il tutto con la query dell’utente e con il contenuto del documento.
Ma se per i link interni non ci sono problemi, con quelli in uscita e per i backlink (quelli che do ad altri domini e quelli che ricevo) possono esserci dei rischi e delle possibili penalizzazioni se si esagera.
SEO e anchor text: i rischi di Penguin
Google ha sempre fatto pubblicità per rendere note le linee guida che vietano compravendita di link. Essendo un fattore di posizionamento influente, il profilo link deve essere pulito da eventuali forzature e trucchi per migliorare il ranking senza meriti. Solo pagando chi vende link.
Questo in linea di principio. E per rendere tutto più semplice, per Google, c’è stata la stretta di Penguin. Un aggiornamento di algoritmo che ha punito le principali tecniche per ottenere link in ingresso in modo fraudolento. Chiaramente non è facile individuare un singolo link acquistato o venduto, per questo bisogna fare attenzione ai pattern.
Ovvero alle caratteristiche ricorrenti dei link, ai segnali che comunicano a Google un’acquisizione meccanica e ripetitiva dei collegamenti in entrata. O nell’inserimento di quelli in uscita. Uno dei fattori più influenti riguarda proprio l’anchor text: spesso si tende a spingere determinate pagine con chiavi commerciali attraverso attività di link building audaci. In questo caso i rischi aumentano.
Fermo restando che non esiste condizione sicura al 100% (io stesso ho subito una penalizzazione per aver venduto link senza alcuna colpa) l’uso di anchor text particolarmente performanti in modo ripetuto è sicuramente un campanello d’allarme che è meglio evitare.
Lavora su un profilo anchor text naturale
Il punto è questo: ogni sito web ha un profilo link che deve essere curato e gestito nel miglior modo possibile. Puntando alla naturalezza, evitando patter che potrebbero far sospettare un’azione artificiale.
Ad esempio, nella maggior parte dei casi un’ampia percentuale di link punterà verso la home page con anchor text brandizzati – tipo nome dominio o dell’azienda – oppure su pagine che presentano una buona attività di content marketing. Come guide, ebook e liste di risorse. Gli anchor text però saranno vari.
Nel profilo link ci saranno diversi collegamenti nofollow, condizione naturale e comunque significativa se fanno arrivare traffico di qualità. Senza dimenticare una buona dose di menzioni senza alcun collegamento e qualche link che arriva da immagini. In realtà quest’ultimi sono molto rari, così come quelli che puntano verso pagine esclusivamente commerciali.
Ovviamente non c’è un dogma, ma un punto è chiaro: difficilmente una pagina dedicata solo alla vendita di un prodotto o di un servizio può attirare l’attenzione di blogger e web master al punto da ottenere una gran quantità di link. Soprattutto se questi collegamenti usano come anchor text le stesse keyword.
Per approfondire: come ottenere backlink con le digital PR
Come scegli i tuoi anchor text
Appare chiaro un punto: scegliere un anchor text per link in entrata e in uscita non è un dettaglio ma un aspetto da valutare con attenzione. Non solo per ottimizzare la tua strategia SEO ma anche, e soprattutto, per evitare brutte sorprese. E crolli di traffico dovuti a possibili penalizzazioni.
La soluzione migliore: chiedere a un professionista SEO di curare per conto tuo il profilo link e lavorare in ottica di link earning per ottenere buoni link in ingresso, conducibilità a una reale attività di content marketing. Sei d’accordo? Lascia la tua opinione nei commenti.